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Trento, 13 gennaio 2006
LA RETE DEL METANO RAGGIUNGA ANCHE
LE GIUDICARIE ESTERIORI E LE TERME DI COMANO

Proposta di mozione presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici per L’Ulivo

Il Piano Energetico Ambientale provinciale adottato nel 2003 prevede che, per il raggiungimento delle riduzioni di emissioni di CO2, una quota importante, pari a 41.000 T/anno al 2012, sia attribuibile alle opere di metanizzazione in corso o già programmate, ivi incluso il completamento dell’anello fra Tione e Cles. Per quanto riguarda la metanizzazione di ulteriori aree, il Piano recita testualmente: “Anche se il grosso della metanizzazione è già stato attuato, per il futuro è prevedibile una ulteriore, anche se più limitata, diffusione del gas naturale, ponendo particolare attenzione agli aspetti di sicurezza e di continuità dell’alimentazione; il sistema di reti di trasporto “provinciale”, infatti, per come si è realizzato, può presentare alcune situazione di oggettiva insicurezza circa l’alimentazione delle necessarie quantità di gas e la continuità di funzionamento.” I Criteri per la formazione del Piano pluriennale degli investimenti nel settore dell’Energia per la XIII Legislatura, che contiene anche delle specificazioni operative di attuazione del Piano energetico, hanno introdotto un sistema di pianificazione delle infrastrutture energetiche per evitare che si creassero sovrapposizioni di investimenti fra opere di metanizzazione e impianti di teleriscaldamento a biomassa; entrambi infatti, fornendo un tipo di servizio finale all’utenza molto simile, presentano una difficile coesistenza economica. Per dare il via agli impianti a biomassa, i Comuni del Trentino sono stati classificati in “Metanizzati”, “Metanizzabili” e “Non metanizzabili”, ed è stato preordinato un quadro delle compatibilità degli interventi.

I Comuni delle Giudicarie Esteriori ed in particolare la zona delle Terme di Comano sono elencati nel documento menzionato fra i ”Comuni non metanizzabili”. Rispondendo ad una mia interrogazione, l’assessore provinciale all’Energia ha affermato che “ciò non significa che essi non saranno mai metanizzati ma che, per eventuali iniziative di metanizzazione, debbano essere osservate determinate condizioni” (infatti si prevede che possano essere metanizzati soltanto “qualora non esista altro impianto di teleriscaldamento e previa progettazione o costruzione feeder”).

Per poter delineare una ipotesi futura circa la metanizzazione dell’area, bisogna altresì fare riferimento al quadro normativo del settore del gas e dei servizi pubblici sia al livello nazionale che a livello provinciale, con particolare riferimento alla LP n. 6/2004 e al disegno di legge provinciale sulla riforma istituzionale. Da questo quadro emerge che i soggetti protagonisti della programmazione dei servizi energetici saranno i Comuni e le loro forme associative. Questi Soggetti, nell’assegnare la concessione del servizio di distribuzione del gas nel bacino di competenza, possono indirizzare le aziende, con il bando di gara o con il contratto di servizio, ad estendere le aree servite dalle reti di metano. Il compito della Provincia, oltre a quello di programmare e rendere disponibili eventuali risorse finanziarie necessarie per rendere fattibili le estensioni, è quello di assicurare la compatibilità con eventuali altre iniziative e garantire, come previsto dal Piano energetico, la sicurezza e la continuità di alimentazione delle reti.

L’estensione della distribuzione del metano non è però la sola strategia implementabile per rendere più sostenibile un sistema energetico locale: ci sono esempi già realizzati in provincia in cui un impianto di teleriscaldamento a biomassa può servire egregiamente gli utenti con un servizio qualitativamente paragonabile a quello fornito da una rete di metano, ma con altri e più rilevanti vantaggi socioeconomici e ambientali. In aggiunta o in alternativa agli impianti a rete, oggi diventa percorribile anche il modello, tecnicamente fondato, della cosiddetta “efficienza diffusa” che le comunità locali e i cittadini possono perseguire per ottenere cospicui vantaggi economici, ambientali e di qualità dei servizi energetici.

Pur avendo in corso uno studio per la realizzazione di un impianto a biomassa, le cui caratteristiche non consentirebbero però di soddisfare l’intera domanda energetica della valle e nemmeno quella della più ristretta area termale, le Giudicarie esteriori, che rappresentano il naturale collegamento delle Giudicarie verso Trento, potrebbero dunque rimanere escluse dalla rete del metano, con indubbi effetti negativi sulla qualità dell’ambiente (in inverno vi è una frequente inversione termica con permanenza degli inquinanti nelle parti inferiori dell’atmosfera, dovuta principalmente agli impianti di riscaldamento ed in parte al traffico di attraversamento del paese di fondovalle) e sull’efficienza energetica del sistema locale. Il fondovalle delle Giudicarie esteriori è infatti interessato dalla presenza dell’abitato di Ponte Arche, con numerose attività produttive ed alberghiere e delle Terme di Comano, maggiore stabilimento termale del Trentino. Nei pressi di Ponte Arche, nella frazione di Cares, operano un’industria di notevoli dimensioni e diverse attività artigianali. Terme, alberghi, attività economiche, oltre alla popolazione, dovrebbero giustificare anche in questa località – da un punto di vista delle potenziali utenze - l’arrivo della rete, che potrebbe così “chiudere” un anello con la rete di metanizzazione che da una parte risale la Valle dei Laghi e dall’altra la Valle del Chiese. Nonostante le oggettive difficoltà orografiche, da Tione come anche dalle Sarche potrebbero partire due rami di distribuzione diretti a Ponte Arche. Da qui potrebbero poi partire i collegamenti con gli altri comuni della valle o quantomeno con i centri maggiori, ovvero quelli posti lungo linee logiche di distribuzione del gas. Dalle Terme di Comano, via San Lorenzo in Banale, potrebbe essere ad esempio raggiunto anche l’altopiano della Paganella, con gli abitati di Molveno, Andalo e Fai (e le numerose utenze alberghiere, commerciali, residenziali), per poi scendere verso la Val di Non e “chiudere” nuovamente sull’anello di Cles.

Sembra però che motivazioni strettamente economiche - di carenza di clientela potenziale - non giustifichino l’investimento, così in pratica emarginando dall’impiego verso forme di energia più pulita una valle il cui interesse ed il cui impegno verso la tutela ambientale e lo sviluppo sostenibile è chiaramente documentato.

Ciò premesso

il Consiglio impegna la Giunta provinciale

─ a prevedere nel Piano energetico ambientale provinciale ed in tutti gli altri atti o piani adottati dalla Provincia Autonoma di Trento che anche l’area delle Giudicarie esteriori, in particolare l’abitato di Ponte Arche e le Terme di Comano siano raggiunte nei prossimi anni dalla rete di distribuzione del gas metano;

─ a promuovere, in stretto raccordo con le Amministrazioni comunali locali, tutti gli atti e le azioni necessarie per attivare la progettazione e la realizzazione della rete di distribuzione del gas metano nello stesso ambito.

Cons. prov. dott. Roberto Bombarda

 

     

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